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Il Vertice Anti-Migrazione di Roma Espone il Crescente Disinteresse dell’Europa per i Diritti

Leader Europei Cercano di Rafforzare la Cooperazione con Regimi Autoritari

Il Primo Ministro olandese Mark Rutte, a sinistra, la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il Presidente tunisino Kais Saied, al centro, destra e la Prima Ministra italiana Giorgia Meloni, a destra, al palazzao presidenziale di Cartagine, Tunisia, 16 luglio 2023. © 2023 Tunisian Presidency/AP Images

Con il controverso patto concluso dal “Team Europa” con il leader autocratico della Tunisia, Kais Saied, gli sforzi dell’Ue per fermare gli arrivi dei migranti a qualsiasi costo hanno toccato un nuovo fondo. Ma la Prima Ministra italiana, Giorgia Meloni, ha intenzione di continuare a scavare.

La leader di estrema destra ha invitato leader autoritari dal Medio Oriente e nord Africa ad un incontro a Roma il 23 luglio, insieme ad alcuni governi europei ed ai rappresentanti di istituzioni finanziarie internazionali. Benche’ i dettagli non siano chiari, ci si aspetta che la conferenza getti le basi per la conclusione di accordi simili a quello appena siglato con la Tunisia, che la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha indicato come “modello” per la regione.

L’accordo prevede supporto finanziario da parte dell’Ue e piu’ stretta cooperazione con la Tunisia in cambio del contenimento, da parte del paese, delle partenze di migranti e richiedenti asilo verso l’Europa. Purtroppo, i diritti umani sono menzionati nell’accordo solo in termini generici, mentre non c’e’ alcun riconoscimento dei gravi abusi da parte delle autorita’ tunisine nei confronti dei migranti africani, ne’ intenzione di occuparsene o di condizionare l’accordo a un miglioramento dei diritti umani.

La conclusione dell’accordo va in direzione diametralmente opposta rispetto a quello che dovrebbe essere un approccio alla migrazione ed ai rifugiati fondato sul rispetto dei diritti umani. Cio’ mostra come l’Europa non abbia imparato nulla dalla sua complicita’ negli abusi orrendi nei confronti dei migranti in Libia; l’intenzione di replicare l’accordo altrove, specialmente con Egitto e Marocco, ne e’ ulteriore testimonianza.

Le autorita’ egiziane hanno recentemente adottato delle restrizioni illegittime all’ingresso delle persone che fuggono dal devastante conflitto in Sudan, ed hanno represso brutalmente degli attivisti sudanesi rifugiati. Hanno anche rimpatriato illegalmente dei richiedenti asilo eritrei, e non hanno offerto adeguata protezione ai rifugiati che sono stati vittime di aggressioni sessuali.

Le autorita’ marocchine hanno commesso gravi abusi nei confronti di migranti e richiedenti asilo, e sono state accusate di strumentalizzare i migranti a fini politici incoraggiandoli a varcare i confini delle enclavi spagnole di Ceuta e Melilla. Nel 2022, un tentativo di varcare il confine e’ risulato in una bagno di sangue, per il quale non e’ stata ancora fatta giustizia.

Trascurando queste ed altre violazioni dei diritti umani, l’Ue rischia non solo di perpetuarle, ma anche di rafforzare leader repressivi, i quali possono vantarsi di migliori relazioni con i partner europei oltre a rivendicare il merito di aver assicurato supporto finanziario per le loro economie allo stremo.

I governi europei a cui interessa il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale dovrebbero opporsi a questa straegia abusiva, mal concepita e poco lungimirante. L’alternativa e’ non solo un fallimento morale, ma anche colpevolezza per le continue morti e sofferenze alle porte dell’Europa.

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