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Palestinesi sfollati lasciano il campo profughi di al-Bureji, nella parte centrale di Gaza, dopo che l’esercito Israeliano ha emesso un nuovo ordine di evacuazione, il 28 luglio, 2024. © 2024 Majdi Fathi/NurPhoto via AP
  • Le autorità israeliane hanno causato un massiccio e deliberato sfollamento forzato di civili palestinesi a Gaza dall'ottobre 2023, e sono responsabili di crimini di guerra e crimini contro l'umanità.
  • Non esiste alcuna plausibile ragione militare imperativa che giustifichi lo spostamento di massa di quasi tutta la popolazione di Gaza da parte di Israele, spesso più volte. Invece di garantire la sicurezza dei civili, gli “ordini di evacuazione” militari hanno causato gravi danni e sofferenze.
  • I governi dovrebbero adottare sanzioni mirate e altre misure, e fermare la vendita di armi a Israele. Il procuratore della Corte penale internazionale dovrebbe indagare sullo sfollamento forzato di Israele e sull'impedimento del diritto al ritorno come crimine contro l'umanità.

(Gerusalemme) - Le autorità israeliane hanno causato il massiccio e deliberato sfollamento forzato di civili palestinesi a Gaza dall'ottobre 2023 e sono responsabili di crimini di guerra e crimini contro l'umanità, ha dichiarato Human Rights Watch in un rapporto pubblicato oggi. Il rapporto è stato pubblicato mentre e’ in corso una campagna militare israeliana nel nord di Gaza, che molto probabilmente ha creato una nuova ondata di sfollamenti forzati di centinaia di migliaia di civili.

Il rapporto di 154 pagine, “‘Hopeless, Starving, and Besieged’: Israel's Forced Displacement of Palestinians in Gaza” (“'Senza Speranza, Affamati e Assediati': lo Sfollamento Forzato dei Palestinesi a Gaza da parte di Israele”), esamina come la condotta delle autorità israeliane abbia portato allo sfollamento di oltre il 90% della popolazione di Gaza - 1,9 milioni di palestinesi - e alla distruzione su larga scala di gran parte di Gaza negli ultimi 13 mesi. Le forze israeliane hanno effettuato demolizioni deliberate e controllate di case e infrastrutture civili, anche in aree in cui hanno l'apparente obiettivo di creare “zone cuscinetto” e “corridoi” di sicurezza, da cui i palestinesi saranno probabilmente sfollati permanentemente. Contrariamente a quanto affermato dai funzionari israeliani, le loro azioni non sono conformi alle leggi di guerra.

“Il governo israeliano non può sostenere di tenere al sicuro i palestinesi quando li uccide lungo le vie di evacuazione, bombarda le cosiddette zone sicure e taglia l’accesso a cibo, acqua e servizi igienici”, ha dichiarato Nadia Hardman, ricercatrice sui diritti dei rifugiati e dei migranti presso Human Rights Watch. “Israele ha plaesemente violato il suo obbligo di garantire che i palestinesi possano tornare a casa, radendo al suolo praticamente tutto in vaste aree”.

Human Rights Watch ha intervistato 39 palestinesi sfollati a Gaza, ha analizzato il sistema di evacuazione di Israele, compresi 184 ordini di evacuazione e immagini satellitari che confermano la distruzione diffusa, e ha verificato video e fotografie di attacchi alle zone sicure designate e alle vie di evacuazione.

Le leggi sui conflitti armati applicabili nei territori occupati consentono lo sfollamento dei civili solo in via eccezionale, per ragioni militari imperative o per la sicurezza della popolazione, e richiedono garanzie e sistemazioni adeguate per accogliere i civili sfollati. I funzionari israeliani sostengono che, poiché i gruppi armati palestinesi combattono tra la popolazione civile, l'esercito ha legittimamente evacuato i civili per attaccare i gruppi limitando i danni ai civili. Le ricerche di Human Rights Watch dimostrano che questa affermazione è largamente falsa.

Non c'è alcuna ragione militare plausibile e imperativa che giustifichi lo sfollamento di massa da parte di Israele di quasi tutta la popolazione di Gaza, spesso più volte, ha rilevato Human Right Watch. Il sistema di evacuazione di Israele ha gravemente fatto del male alla popolazione e spesso è servito solo a diffondere paura e ansia. Anzichè garantire la sicurezza dei civili sfollati, le forze israeliane hanno ripetutamente colpito le vie di evacuazione designate e le zone sicure.

Gli ordini di evacuazione sono stati incoerenti, imprecisi e spesso non sono stati comunicati ai civili dando loro tempo sufficiente per consentire l'evacuazione, o non sono stati comunicati affatto. Gli ordini non hanno tenuto conto delle esigenze delle persone con disabilità e di quelle che non sono in grado di muoversi senza assistenza.

In qualità di potenza occupante, Israele ha l'obbligo di garantire strutture adeguate per ospitare i civili sfollati; ma le autorità hanno bloccato quasi tutti gli aiuti umanitari, l'acqua, l'elettricità e il carburante di cui i civili a Gaza hanno bisogno. Gli attacchi israeliani hanno danneggiato e distrutto risorse di cui la popolazione ha bisogno per sopravvivere, tra cui ospedali, scuole, infrastrutture idriche ed energetiche, panetterie e terreni agricoli.

Israele ha anche l'obbligo di garantire il ritorno degli sfollati alle loro case non appena cessate le ostilità nell'area. Invece, ha reso vaste zone di Gaza inabitabili. L'esercito israeliano ha intenzionalmente demolito o gravemente danneggiato le infrastrutture civili, comprese demolizioni controllate di abitazioni, con l'apparente obiettivo di creare una “zona cuscinetto” estesa lungo il perimetro di Gaza con Israele e un corridoio che dividerà Gaza. La distruzione è così profonda che indica l'intenzione di sfollare permanentemente molte persone.

Israele dovrebbe rispettare il diritto dei civili palestinesi di tornare nelle aree di Gaza da cui li ha sfollati. Per quasi otto decenni, le autorità israeliane hanno negato il diritto al ritorno dell'80% della popolazione di Gaza, che è costituita da rifugiati e dai loro discendenti che furono espulsi o fuggirono nel 1948 da quello che oggi è Israele, in quella che i palestinesi chiamano la “Nakba”, o la catastrofe. Questa violazione, che continua, risuona nell'esperienza vissuta dai palestinesi a Gaza. Molti degli intervistati hanno dichiarato di vivere una seconda Nakba.

Fin dai primi giorni delle ostilità, alti funzionari del governo israeliano e del gabinetto di guerra hanno dichiarato il loro intento di sfollare la popolazione palestinese di Gaza, con ministri del governo che hanno affermato che la sua estenzione territoriale verrà ridotta, che far saltare in aria e spianare Gaza è “bellissimo” e che la terra sarà consegnata ai coloni. Nel novembre del 2023, il Ministro Israeliano dell'Agricoltura e della Sicurezza alimentare Avi Dichter ha dichiarato: “Stiamo eseguendo la Nakba di Gaza”.

Human Rights Watch ha rilevato che lo sfollamento forzato è stato molto esteso, e le prove dimostrano che è stato messo in atto in maniera sistematica e come parte di una politica statale. Tali atti costituiscono anche crimini contro l'umanità.

Lo sfollamento violento e organizzato dei palestinesi di Gaza, membri di un altro gruppo etnico, da parte delle autorità israeliane, è probabilmente programmato per essere permanente nelle zone cuscinetto e nei corridoi di sicurezza. Tali azioni delle autorità israeliane costituiscono pulizia etnica.

Per decenni, le vittime di gravi abusi in Israele e Palestina hanno sbattuto contro un muro di impunità. I palestinesi di Gaza vivono da 17 anni sotto un blocco illegale, che fa parte dei continui crimini contro l'umanità di apartheid e persecuzione che le autorità israeliane hanno commesso contro i palestinesi.

I governi dovrebbero condannare pubblicamente lo sfollamento forzato della popolazione civile di Gaza da parte di Israele come crimine di guerra e crimine contro l'umanità, e fare pressione affinché Israele ponga immediatamente fine a questi crimini e si conformi ai molteplici ordini vincolanti della Corte Internazionale di Giustizia e agli obblighi stabiliti nel suo parere consultivo di luglio.

The International Criminal Court prosecutor should investigate Israel’s forced displacement and prevention of the right to return as a crime against humanity. Governments should also publicly condemn efforts to intimidate or interfere with the court’s work, officials, and those cooperating with the institution.

Il procuratore della Corte penale internazionale dovrebbe indagare sullo sfollamento forzato di Israele e sulla prevenzione del diritto al ritorno come crimine contro l'umanità. I governi dovrebbero anche condannare pubblicamente gli sforzi volti a intimidire o interferire con il lavoro della Corte, dei funzionari e di coloro che collaborano con l'istituzione.

I governi dovrebbero adottare sanzioni mirate e altre misure, compresa la revisione dei loro accordi bilaterali con Israele, per spingere il governo israeliano a rispettare i suoi obblighi internazionali di protezione dei civili.

Gli Stati Uniti, la Germania e altri Paesi dovrebbero sospendere immediatamente i trasferimenti di armi e l'assistenza militare a Israele. Continuando a fornire armi a Israele si rischia la complicità in crimini di guerra, crimini contro l'umanità e altre gravi violazioni dei diritti umani.

“Nessuno può negare i crimini atroci che l'esercito israeliano sta commettendo contro i palestinesi di Gaza”, ha dichiarato Hardman. “Il trasferimento di ulteriori armi e assistenza a Israele da parte di Stati Uniti, Germania e altri è un assegno in bianco per ulteriori atrocità, e li mette sempre più a rischio di complicità”.

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