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Un numero sempre più elevato di richiedenti asilo siriani sta cercando di raggiungere l'Europa. Ciò è una prova degli orrori del conflitto nel loro Paese, e costituisce un monito per l’Ue, che potrebbe e dovrebbe fare molto di più per offrire un riparo sicuro ai rifugiati siriani. Ieri, circa 400 siriani hanno raggiunto le coste della Sicilia su diverse imbarcazioni, e di questi un centinaio, su una nave in difficoltà, sono stati tratti in salvo dalla Guardia costiera italiana. Gli arrivi via mare sono aumentati rispetto all'anno scorso, e si stima che dall'inizio dell'anno 24mila abbiano raggiunto l'Italia in questo modo, e i siriani ne costituiscono circa un quarto.

Anche altri Paesi confinanti con l'Ue stanno assistendo ad un aumento negli arrivi. Un giro di vite dal 2012 sul confine via terra tra Grecia e Turchia, tradizionale rotta d'accesso all'Ue, ha costretto molti ad attraversare il Mar Egeo per arrivare sulle isole greche. Ci sono state accuse preoccupanti di respingimenti da parte della Guardia costiera greca verso la Turchia. Secondo i notiziari, la polizia búlgara ha arrestato una cinquantina di siriani quando hanno tentato di attraversare il confine con la Turchia martedì notte.

I siriani, come molti altri, affrontano stenti e pericoli nel tentativo di raggiungere l'Europa. La morte di una bambina di sei anni nel Mar Egeo a maggio e di una ventiduenne durante l'attraversamento verso la Sicilia solo pochi giorni fa, ci ricorda in modo drammatico i pericoli associati ai viaggi via mare. Gli attraversamenti via terra sono più sicuri, ma i richiedenti asilo e i migranti possono veder rifiutare loro l'accesso, andare incontro a detenzione, o avere a che fare con centri di accoglienza scarsi o inesistenti.

Coloro che riescono a passare, sfidano poi la sorte per ottenere protezione, a causa di un’attuazione irregolare degli standard d'asilo dell'Ue così come per la mancanza di un approccio comune specialmente per quanto riguarda i Siriani in fuga dal conflitto. Mentre la Svezia ha recentemente annunciato che concederanno permessi di soggiorno permanenti a tutti i siriani, anziché temporanei, i siriani che raggiungono la Grecia si ritrovano ancora davanti a grandi ostacoli per presentare le domande d'asilo. E coloro che ottengono poi un primo colloquio, si misurano con un tasso di approvazione di domande d'asilo in Grecia che, l'anno scorso, è stato pari a meno dell'1 per cento per tutte le nazionalità. La Germania ha accolto il primo gruppo di 5000 siriani, provenienti da Paesi confinanti con la Siria, che si è impegnata a ricollocare, mentre altri Stati membri dell'Ue non hanno fatto alcuna offerta di reinsediamento, o offerte talmente esigue da non poter sollevare Libano, Giordania e Turchia dal fardello che portano.

L'Italia recentemente ha aumentato la sua capacità di accoglienza da tremila a sedicimila posti, e ha esortato altri Paesi dell'Unione ad una maggiore solidarietà. Troppo spesso nell'Ue, la solidarietà ha significato unirsi per fare dell'Unione una fortezza che tiene i richiedenti asilo all'esterno. La crisi dei rifugiati siriani, invece, dovrebbe costringere gli Stati membri dell’Ue a rispondere con uno spirito di generosità e compassione.

 

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