(Beirut) – Gruppi armati fedeli ai due governi libici in lotta, e i loro sostenitori internazionali, stanno mettendo a repentaglio i civili con attacchi indiscriminati, ha detto oggi Human Rights Watch in occasione della pubblicazione del World Report 2020. Il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite dovrebbe istituire una commissione d'inchiesta per documentare gli abusi e identificare i colpevoli in vista di una futura attribuzione di responsabilità.
Gruppi armati rivali e i loro alleati hanno condotto centinaia di raid aerei e con droni a Tripoli e dintorni dall'inizio del conflitto nell'aprile 2019, causando morti e sfollati tra i civili. Un rapporto dell'Onu, trapelato a Novembre, ha affermato che Emirati Arabi Uniti, Turchia, Sudan, e Giordania hanno ripetutamente violato l'embargo sulle esportazioni di armi verso la Libia fornendo armamenti, droni e combattenti alle parti in lotta. Migranti e richiedenti asilo rimangono ad alto rischio di detenzione arbitraria, maltrattamenti, e detenzione in condizioni disumane in tutto il Paese.
“Finché i gruppi armati godranno di impunità, i civili ne pagheranno il prezzo,” ha dichiarato Hanan Salah, ricercatrice esperta sulla Libia a Human Rights Watch. “I Paesi che danno aiuti alle parti in lotta dovrebbero riconsiderare il proprio sostengo a gruppi armati irresponsabili e abusivi che potrebbero coinvolgerli in gravi abusi dei diritti umani.”
Nelle 652 pagine del World Report 2020, giunto alla 30esima edizione, Human Rights Watch prende in esame le pratiche relative ai diritti umani in quasi 100 Paesi. Nel suo saggio introduttivo, il direttore esecutivo Kenneth Roth afferma che il governo cinese, il quale dipende dalla repressione per rimanere al potere, sta sferrando il più duro attacco mai visto da decenni ai danni del sistema globale dei diritti umani. Roth ritiene che le azioni di Pechino incoraggino e acquisiscano il sostegno di populisti autocratici in tutto il mondo, mentre le autorità cinesi usano la loro influenza economica per scoraggiare critiche da parte di altri governi. Urge resistere a questo attacco che minaccia il nostro futuro e decenni di progressi in fatto di diritti umani.
Ad aprile, combattenti legati al gruppo armato conosciuto come esercito nazionale libico (LNA), con base nell'est del Paese, ai comandi di Khalifa Hiftar e affiliato al governo ad interim dell'est, hanno attaccato gruppi armati leali al governo di accordo nazionale (GNA), con base a Tripoli e riconosciuto a livello internazionale. L' LNA ha ricevuto sostegno militare da Emirati Arabi Uniti e Giordania in violazione dell'embargo sulle armi destinate alla Libia. Secondo alcuni resoconti, anche combattenti stranieri provenienti da Sudan e Ciad avrebbero sostenuto GNA e LNA, mentre combattenti russi avrebbero sostenuto l' LNA. Nel frattempo, la Turchia avrebbe sostenuto il GNA con droni armati, mentre gli Emirati Arabi Uniti avrebbero fatto lo stesso con l'LNA.
L' Onu stima che fino a Dicembre, il conflitto a Tripoli abbia fatto almeno 284 vittime tra civili e causato più di 128mila sfollati. Secondo un rapporto dell’Onu trapelato, in un 'incidente a giugno, un bombardamento aereo di un Paese straniero non specificato contro un centro di detenzione per migranti in un compound a Tajoura, alla periferia di Tripoli, utilizzato anche da milizie, ha fatto oltre 43 vittime civili. In un altro incidente il 14 ottobre, un bombardamento aereo apparentemente illegale da parte di forze dell' LNA o dei loro alleati, ha ucciso tre bambini piccoli nella loro casa a Tripoli.
Una parlamentare, Seham Sergewa, rimane dispersa dopo che un gruppo armato collegato all'LNA l'ha rapita dalla sua residenza di Bengasi a luglio. Sergewa si era espressa apertamente contro l'assalto dell' LNA su Tripoli.Diverse migliaia di migranti e richiedenti asilo detenuti vivono in condizioni disumane nelle prigioni gestite dal ministero degli interni del GNA e da contrabbandieri e trafficanti, e sono a rischio di lavori forzati, percosse e aggressioni sessuali. Il sostegno dell'Unione europea e di alcuni stati membri, tra cui Italia e Francia, alle autorità libiche nell'intercettare e respingere migranti in Libia, è determinante nel facilitare questi abusi.
La Corte penale internazionale (CPI), che dal 2011 ha il mandato di indagare su crimini di guerra, crimini contro l'umanità e genocidio in Libia, ha emesso mandati d'arresto contro Mahmoud al-Werfalli, un comandante con base a Bengasi, affiliato all'esercito nazionale libico (LNA), per uccisioni illegali. Al-Werfalli rimane a piede libero.