(Bruxelles) – L’Unione europea e i suoi 28 Paesi membri dovrebbero intervenire immediatamente per risolvere la crisi di diritti umani derivante da anni di cattiva gestione di migrazione e asilo, ha detto oggi Human Rights Watch. Con una crisi umanitaria sulle isole greche, un sistema d’asilo non funzionante in Ungheria, migliaia di nuovi arrivati bisognosi di protezione, e le tante morti ai confini dell’UE, occorrono passi coraggiosi al vertice dell’Ue del 14 settembre 2015.
“L’Europa sta mostrando una sconcertante mancanza di volontà politica e di umanità nell’affrontare questa crisi di rifugiati e migranti” ha detto Judith Sunderland, direttore associato per l’Europa e l’Asia Centrale a Human Rights Watch. “I leader dell’UE dovrebbero essere guidati dall’imperativo di proteggere la vita e assicurare un trattamento umano”.
Human Rights Watch fa appello a tutti gli organi politici e decisionali dell’UE affniche’ si adoperino per sostenere, come minimo:
· Maggiori canali sicuri e legali che consentano alle persone di chiedere asilo e trovare rifugio nell’UE senza ricorrere a viaggi pericolosi e a trafficanti senza scrupoli. In particolare, occorrono un significativo aumento dei trasferimenti di rifugiati da altre regioni del mondo e modalità più ampie per ottenere ricongiungimenti familiari. L’attuale impegno dall’UE di reinsediare 22mila persone è insufficiente. Un aumento dei visti umanitari per permettere alle persone di recarsi temporaneamente nell’UE, allo scopo di fare domanda d’asilo, potrebbe essere d’aiuto.
· Una correzione del difettoso sistema d’asilo dell’UE. Nonostante regole e standard condivisi, tra gli stati membri dell’UE vi sono ampie disparità riguardanti il rispetto delle condizioni di accoglienza, i tassi di riconoscimento e le misure d’integrazione. La Commissione Europea dovrebbe intensificare gli sforzi per monitorare e far rispettare gli standard, anche avviando procedure di infrazione in caso di violazioni. L’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo, il Fondo europeo per i rifugiati e altri soggetti dovrebbero assistere gli Stati non all’altezza, e quelli che attualmente ricevono la maggior parte dei nuovi arrivi, per assicurare condizioni di accoglienza appropriate e procedure corrette, celeri, e trasparenti, e che i diritti dei richiedenti asilo e dei migranti siano rispettati.
· Operazioni robuste di ricerca e soccorso nel Mediterraneo. I maggiori sforzi dal maggio 2015 hanno fatto una differenza – tali sforzi andrebbero sostenuti nel lungo termine.
· Uno schema di trasferimento permanente per distribuire i richiedenti asilo tra gli stati membri. Ciò contribuirebbe a risolvere le fondamentali distorsioni create dai regolamenti di Dublino che impongono al primo Paese di entrata dell’UE l’onere di recepire le domande d’asilo. Ciò pone un peso iniquo sui Paesi di confine dell’UE, come la Grecia, dove il volume degli ingressi e la cattiva gestione hanno creato una crisi umanitaria. Una riforma dei regolamenti di Dublino è vitale, affinche’ la responsabilità si basi sulla capacità e altri criteri di rilievo anziché sulla posizione geografica, tenendo presenti le circostanze individuali del richiedente asilo.
· Preparare una lista di Paesi “insicuri” i cui cittadini si presume siano bisognosi di protezione internazionale. Le domande provenienti da tali Paesi si potrebbero smaltire con procedure accelerate - il che potrebbe alleggerire il crescente accumulo di domande nei sistemi d’asilo - ed armonizzare l’approccio dei governi dell’UE nei confronti di nazionalità a rischio. Attualmente l’UE si sta concentrando solo su una lista condivisa di Paesi “sicuri”, i cui cittadini si presume che non necessitino l’asilo.
I ministri degli interni dell’UE si riuniranno a Bruxelles il 14 settembre per un incontro straordinario che si concentrerà soprattutto sulla questione dei rinvii, sulla lotta alle reti di trafficanti, e sulla cooperazione internazionale. Si ritiene che il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker metterà in risalto le proposte della commissione nel suo discorso sullo stato dell’unione del 9 settembre.
Secondo speculazioni della stampa, la commissione proporrà che i Paesi dell’UE si impegnino a trasferire 120mila richiedenti asilo da Italia, Grecia e Ungheria per alleviare la pressione sui confini esterni. Questa cifra è tripla rispetto a quella discussa a luglio, quando la proposta si riferiva solo a Italia e Grecia. All’epoca, i Paesi dell’UE si erano impegnati ad accogliere solo 32.256 persone, ben al di sotto della cifra di 40mila a cui si puntava. L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ha dichiarato che potrebbe essere necessario ricollocare fino a 200mila persone.
Si ritiene anche che la Commissione proporrà un meccanismo permanente per la distribuzione di richiedenti asilo tra i Paesi dell’UE in situazioni di emergenza.
Se messe in pratica rapidamente, queste misure potrebbero aiutare a migliorare la situazione per migliaia di richiedenti asilo, ha detto Human Rights Watch.
Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, più di 350mila persone hanno raggiunto l’UE attraverso il Mediterraneo quest’anno. Più di duemila sono morte nel tentativo. Non si sa quante persone siano morte nel tentativo di raggiungere l’UE via terranel 2015.
“L’UE ha sprecato troppo tempo nei suoi litigi interni” ha detto Sunderland. “È ora che ciascun governo dell’UE si prenda la propria parte di responsabilità nei confronti di centinaia di migliaia di persone bisognose di protezione, e passi dalla parte giusta della Storia”.