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Un migrante salvato al largo della costa spagnola in arrivo al porto di Malaga, Spagna meridionale, 3 dicembre 2016. © 2017 Reuters

(Milano) – Richiedenti asilo, e altri migranti in arrivo sulle coste spagnole via mare, vengono tenuti in condizioni pessime e si ritrovano ostacolati nella richiesta di asilo, ha detto oggi Human Rights Watch. I migranti sono tenuti per giorni in celle buie e malsane nelle stazioni di polizia, per poi essere piazzati, in quasi tutti i casi, in strutture preposte a una detenzione più di lungo termine, in attesa di un rimpatrio che potrebbe non avvenire mai.

Le celle della polizia, buie a forma di gabbia, non sono il luogo per tenere richiedenti asilo e migranti che raggiungono la Spagna” ha detto Judith Sunderland, direttrice associata per Europa e Asia centrale a Human Rights Watch. “La Spagna vìola i diritti dei migranti, e non vi è prova che tutto ciò funzioni da deterrente.”

Il numero di richiedenti asilo e di altri migranti che attraversano il Mediterraneo occidentale è in aumento. Secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), 7847 persone hanno raggiunto le coste della Spagna tra il 1° gennaio e il 26 luglio di quest’anno, contro i 2476 dello stesso periodo nel 2016.  

Sebbene non vi sia paragone con le 94.445 persone sbarcate in Italia nei primi sette mesi del 2017, il ministro dell’interno spagnolo Juan Ignacio Zoido ha menzionato una “pressione importante” sui porti spagnoli, rigettando la recente richiesta dell’Italia di portare in Spagna alcune delle persone soccorse nel Mediterraneo centrale.

Quasi tutti gli adulti, e i minorenni in viaggio con un famigliare che arrivano nella Spagna continentale per nave, vengono detenuti fino a 72 ore presso strutture della polizia per effettuare l’identificazione e lo svolgimento delle pratiche. La maggior parte di uomini e donne adulti vengono poi inviati in un centro di detenzione per un massimo di sessanta giorni, in attesa di espulsione. Se non possono essere espulsi vengono rilasciati, ma non hanno diritto di rimanere e hanno l’obbligo di lasciare il Paese.

Le condizioni nelle strutture di polizia di Motril, Almería, e Málaga, visitate da Human Rights Watch a maggio, non sono soddisfacenti, ha riscontrato Human Rights Watch. Le strutture di Motril e Almería hanno grandi celle male illuminate, con materassini sul pavimento, mentre la stazione di polizia di Málaga ha una prigione sotterranea priva di luce naturale e di ventilazione.

A Motril, donne e bambini vengono sistemati separatamente nell’unica cella con letti a castello. A Málaga e Motril, le celle hanno spesse sbarre verticali, mentre ad Almeria sono separate dal corridoio da fitte grate d’acciaio. I detenuti sono chiusi all’interno a tutte le ore, e vengono lasciati uscire solo per controlli medici, per prendere le impronte digitali, per colloqui e, ad Almería e Málaga, per andare al bagno dato che non vi sono bagni all’interno delle celle. Nonostante ad Almería and Motril vi siano degli spazi all’aperto recintati, non ne è permesso l’uso ai detenuti. La Croce Rossa spagnola è presente a tutti gli sbarchi per screening medici di base e per fornire kit per l’igiene personale. Agli uomini non sono consentiti spazzolini con la motivazione che potrebbero essere usati come armi.

Benché i minori non accompagnati vengano solitamente trasferiti in centri appositi, i bambini che viaggiano con famigliari, secondo le autorità, vengono detenuti a Motril e Almería. Un osservatore ha riferito a Human Rights Watch di aver visto dei bambini giocare nell’acqua sporca che tracimava dai gabinetti della struttura di detenzione del porto di Motril, quando nove minori erano stati detenuti con le loro madri per tre giorni ad Aprile. La polizia di Málaga ha detto a Human Rights Watch che i bambini vengono affidati ai servizi sociali quando i loro famigliari vengono detenuti nei sotterranei della stazione centrale di polizia della città.

I migranti in detenzione hanno detto a Human Rights Watch di non aver avuto incontri individuali con un avvocato nel tempo trascorso in custodia della polizia, e di aver ricevuto scarse informazioni, o nessuna, su come fare domanda d’asilo. Human Rights Watch ha documentato nelle enclave spagnole di Ceuta e Melilla quella che sembra essere una politica volta a scoraggiare la presentazione di domande d’asilo. Nonostante un aumento significativo delle domande d’asilo in Spagna negli ultimi anni, il Paese ha un basso tasso pro capite di ricezione di domande, con solo l’1.3% di tutte le nuove domande effettuate nei ventotto Paesi membri dell’Ue nel 2016.

Entro le 72 ore di detenzione consentite dalla legge, la polizia deve prendere le impronte digitali e interrogare tutti i migranti, emettere un ordine di rinvio, e portare i migranti di fronte a un giudice per confermare l’ordine, o rigettarlo e disporre la custodia. In queste udienze a Motril e Almería i giudici conducono, abitualmente, colloqui di gruppo, anche in teleconferenza, facendo ai migranti in detenzione domande pro forma prima di mandare pressoché tutti gli adulti in detenzione, in attesa di espulsione.

A Málaga, il sostegno concertato dell’associazione avvocati locale ha migliorato le procedure e assicurato lo svolgimento di colloqui individuali con il giudice, e la disposizione di ordini di detenzione individuali. Alvaro García España, un membro dell’associazione avvocati di Málaga, ha tuttavia detto che, a Málaga come altrove, gli ordini di detenzione sono “sistematici.”

La detenzione a scopo di espulsione dovrebbe essere ordinata solo quando, verosimilmente, l’espulsione può effettuarsi ed effettivamente avviene in tempi ragionevoli, e con la dovuta diligenza. Tuttavia, secondo Defensor del Pueblo, l’istituto spagnolo per i diritti dell’uomo, solo il 29 per cento di coloro che sono stati detenuti in queste strutture nel 2016, sono stati poi effettivamente espulsi lo stesso anno.

Alternative alla detenzione esistono, e dovrebbero essere usate con più efficacia, ha dichiarato Human Rights Watch. Il diritto spagnolo permette alle autorità di adottare misure non detentive tra cui la confisca dei documenti, l’obbligo di firma, e l’obbligo di vivere in un certo luogo per far sì che una persona possa essere rintracciata per eseguire un ordine di rinvio o di espulsione. La Spagna ha anche una rete di “rifugi umanitari”, finanziati dal governo e gestiti da organizzazioni non governative, dove migranti senza documenti possono stare fino a tre mesi.

Pur trattandosi di un viaggio relativamente breve, la rotta del Mediterraneo occidentale è comunque mortale. L’OIM stima che siano morte 119 persone in mare dall’inizio dell’anno, di cui 49 in un solo incidente all’inizio di luglio.

Le autorità spagnole dovrebbero adottare, urgentemente, delle misure per migliorare le condizioni nelle strutture portuali della polizia per le persone che arrivano via mare, ed assicurare che esse abbiano accesso efficace a informazioni e pareri legali, ha detto Human Rights Watch. Date le condizioni particolarmente miserevoli della stazione centrale della polizia di Málaga, le persone che vi entrano non dovrebbero esservi detenute, neanche per brevi periodi. Le autorità dovrebbero trovare luoghi alternativi dove trattenere i migranti durante lo svolgimento delle pratiche all’arrivo. Finché le strutture portuali di Motril e Almería sono in uso, andrebbero adottate nuove misure per permettere più libertà di movimento all’interno dei complessi, tali da consentire l’uso di spazi all’aperto e il libero uso dei bagni. A tutti i detenuti andrebbero forniti prodotti per l’igiene di base, compresi spazzolini. Nel corso di colloqui individuali con avvocati, i detenuti dovrebbero ricevere informazioni chiare e precise circa i propri diritti, tra i quali quello di presentare domanda d’asilo. I giudici dovrebbero valutare le circostanze individuali, tra cui la probabilità che un ordine di espulsione venga effettuato prontamente, prima di disporre la detenzione degli immigrati, e fare ricorso, quanto più possibile, ad alternative alla detenzione. 

“Che si tratti di negligenza o di una scelta precisa, la Spagna non tratta con umanità e dignità richiedenti asilo e migranti che arrivano via mare,” ha detto Sunderland. “Le autorità della Spagna dovrebbero migliorare urgentemente le proprie strutture di polizia, e assicurare accesso a informazioni esaurienti, alla domanda d’asilo, e un’opportuna vigilanza giudiziaria per tutti i migranti e richiedenti asilo che raggiungono le sue coste”.

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