Nella vita quotidiana, così come nell'accesso all'istruzione e al lavoro, sono ancora evidenti gli effetti della pandemia di Covid-19. L'Italia ha rinnovato l’accordo con la Libia sull’immigrazione e ostacolato le organizzazioni che si occupano di soccorso in mare, permettendo comunque gli sbarchi sulle sue coste. Il Senato ha respinto un disegno di legge che avrebbe aggiunto ai crimini d’odio l'incitamento alla violenza o alla discriminazione per motivi fondati su sesso, genere, orientamento sessuale o identità di genere. Le autorità non hanno adottato i provvedimenti necessari per garantire l'accesso all'aborto nelle aree in cui permangono barriere significative, tra cui l’alta percentuale di obiettori di coscienza. La Commissione europea ha espresso preoccupazioni sullo stato di diritto in relazione al sistema giudiziario e ai media.
Covid-19
Per contrastare l’aumento dei contagi da Covid-19, il governo italiano ha imposto periodiche restrizioni agli spostamenti e alle attività in diverse zone del paese. A metà settembre, la Sicilia era l’unica regione in cui erano attive misure di contenimento più rigide, ma il divieto di assembramento e l’obbligo di indossare la mascherina sono rimasti in vigore su tutto il territorio nazionale. Lo stato di emergenza, dichiarato il 31 gennaio 2020, dovrebbe scadere alla fine del 2021.
Le scuole di ogni ordine e grado hanno dovuto adottare modalità di didattica ibrida o a distanza; le scuole elementari sono riuscite in larga parte a tornare all’insegnamento in presenza. Secondo le stime dell’ISTAT, circa tre milioni di studenti italiani non hanno potuto seguire le lezioni da remoto durante le chiusure perché privi di una connessione a Internet o dei dispositivi necessari. Alcune scuole hanno intrapreso lodevoli iniziative per garantire un buon livello di formazione agli studenti con disabilità durante la pandemia, cercando di farli tornare in classe in sicurezza. Tuttavia, secondo le organizzazioni che rappresentano le persone con disabilità, spesso questi alunni non hanno ricevuto un’istruzione inclusiva e di qualità, e in alcuni casi sono rimasti del tutto esclusi dalla programmazione.
Nonostante il lento avvio, la campagna vaccinale in Italia ha raggiunto l’80% della popolazione idonea a metà ottobre, momento in cui per accedere a quasi tutti gli spazi pubblici e i luoghi di lavoro privati è diventato obbligatorio il cosiddetto “green pass” (ottenibile con il vaccino, un tampone negativo o la guarigione dal Covid). I migranti senza documenti e le persone senza fissa dimora hanno incontrato numerosi ostacoli, burocratici e non, sia per accedere alla vaccinazione che per ottenere il successivo green pass.
Malgrado i programmi di liberazione anticipata per ridurre il sovraffollamento durante la pandemia, a giugno le carceri italiane erano al 113% della capacità, secondo il garante indipendente delle persone private della libertà personale. In alcuni penitenziari sono rimaste in vigore le limitazioni imposte durante l’emergenza sanitaria per le visite ai detenuti, i movimenti all'interno delle strutture e altre attività. I tassi di vaccinazione sono in linea con quelli nazionali.
Migranti e richiedenti asilo
Tra giugno e agosto l’Italia ha evacuato da Kabul 4.890 cittadini afghani: si tratta di persone che avevano collaborato con la missione militare italiana e dei loro familiari. Al momento della redazione di questo documento, non era chiaro se avrebbero dovuto seguire la normale procedura di asilo o se avrebbero ottenuto lo status di rifugiati prima facie. Vista la mancanza di posti nel sistema di accoglienza statale, il governo si stava organizzando per consentire a comuni, associazioni e privati di ospitare queste famiglie. A novembre sono stati annunciati accordi con organizzazioni civili e religiose per attivare “corridoi umanitari” che permettano di far arrivare in Italia 1.200 afghani dai paesi confinanti con lo stato asiatico.
A gennaio il tribunale di Roma ha stabilito che le riammissioni informali dall’Italia verso la Slovenia, attuate in forza di un vecchio accordo bilaterale fra i due stati, violano la Costituzione italiana, la Convenzione europea dei diritti dell’uomo e la Carta dei diritti fondamentali dell’UE, perché espongono i migranti al rischio di respingimenti a catena e trattamenti inumani e degradanti lungo la rotta balcanica. Le condizioni per i migranti sono critiche anche al confine con la Francia, con la polizia francese che respinge sommariamente in Italia adulti e minori non accompagnati.
A luglio il parlamento ha rinnovato i finanziamenti destinati alla Libia per la cooperazione sui flussi migratori, malgrado le prove evidenti delle violenze commesse ai danni dei migranti, l’uso sistematico della detenzione arbitraria e la totale assenza di un sistema di asilo nel paese. Le forze libiche, con il supporto dell’Italia e dell’Unione europea, nei primi dieci mesi del 2021 hanno intercettato in mare e riportato indietro più di 27.500 persone.
Secondo le statistiche del governo, dall’inizio dell’anno alla fine di ottobre hanno raggiunto l’Italia via mare 52.770 persone, fra cui 7.190 minori non accompagnati. Si è registrato un aumento delle imbarcazioni arrivate a Lampedusa senza l’ausilio delle missioni di soccorso. Il centro per migranti (hotspot) dell’isola, che ha a disposizione 250 posti, si è ritrovato periodicamente sovraffollato, dovendo ospitare più di 1.200 persone in agosto.
Le autorità italiane, seppure con qualche ritardo, hanno consentito lo sbarco delle navi di soccorso non governative, ma spesso le hanno trattenute in porto con provvedimenti di fermo amministrativo impedendo loro di svolgere i salvataggi in mare. La commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa ha espresso preoccupazione riguardo alla scelta dell’Italia di usare i traghetti per la quarantena delle persone arrivate via mare e ha invitato il governo ad assicurare quanto prima il loro sbarco sulla terraferma.
Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, fino a fine ottobre ci sono stati 1.224 fra morti e dispersi nel Mediterraneo centrale, molti dei quali nel tentativo di raggiungere le coste italiane.
A gennaio il Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite ha stabilito la responsabilità dell’Italia per il naufragio del 2013, in cui morirono circa 200 persone di cui 60 bambini, per la mancata risposta delle autorità alle richieste di soccorso inviate dal barcone sovraccarico.
A luglio la procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta contro le autorità libiche con l’accusa di “tentato naufragio” per un episodio avvenuto a fine giugno, quando una motovedetta della Guardia costiera libica ha effettuato manovre pericolose e aperto il fuoco su un’imbarcazione di migranti. Il provvedimento fa seguito alla denuncia presentata dall’organizzazione non governativa Sea-Watch, corredata da video e fotografie dell’accaduto. La stessa procura, a maggio, ha archiviato le accuse contro Carola Rackete, la comandante della Sea-Watch che era entrata nel porto di Lampedusa forzando il divieto di sbarco nel 2019.
A ottobre il comandante della Asso 28, una nave che operava nel Mediterraneo per conto di una piattaforma petrolifera, è stato condannato dal tribunale di Napoli a un anno di reclusione per aver riportato in Libia più di 100 persone dopo averle soccorse in mare a luglio del 2018: si tratta della prima sentenza di questo tipo nei confronti di una nave civile.
Sempre nel mese di ottobre, a Palermo, si è aperto il processo a carico dell’ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio in relazione alla sua gestione dello sbarco di 147 migranti dalla nave della Ong spagnola Open Arms nell’agosto del 2019. A maggio un giudice di Catania ha dichiarato il non luogo a procedere per un caso simile contro Salvini, che riguardava il ritardo nello sbarco dei migranti dalla nave militare Gregoretti, sempre risalente al 2019.
A un anno dal lancio di un programma difettoso per il rilascio di permessi di soggiorno ai migranti senza documenti impiegati nei settori di agricoltura, lavoro domestico e cura della persona, è stato esaminato solo il 25% delle circa 207.800 domande presentate.
A settembre un tribunale calabrese ha condannato Domenico Lucano, ex sindaco di Riace, a più di 13 anni di reclusione, il doppio di quanto chiesto dalla procura, per i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e irregolarità nel sistema di accoglienza che aveva permesso a centinaia di richiedenti asilo di stabilirsi e trovare lavoro nel suo piccolo comune.
Discriminazione e intolleranza
Al momento della stesura di questo documento, era in corso il processo ai quattro imputati per il violento pestaggio culminato nella morte del ventunenne Willy Monteiro Duarte, italiano di origini capoverdiane, avvenuto a settembre del 2020 a Colleferro, vicino a Roma. Gli uomini sono accusati di omicidio volontario, e non è stata chiesta l’aggravante di odio razziale.
Un anno dopo l’approvazione da parte della Camera, il Senato ha affossato il disegno di legge Zan, che avrebbe configurato come reati la discriminazione e la violenza “per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”. Lo scopo del ddl era di ampliare le normative esistenti in Italia sui crimini d’odio, aumentare i finanziamenti alle iniziative di prevenzione e contrasto della violenza basata sull’orientamento sessuale e l’identità di genere, creare centri antidiscriminazione per la tutela delle vittime e istituire una Giornata nazionale contro l’omofobia.
Diritti delle donne
A gennaio il Comitato europeo dei diritti sociali ha dichiarato che l’Italia non ha preso provvedimenti adeguati per garantire l’accesso all’aborto in conformità con le leggi nazionali, alla luce dell’alto numero di obiettori di coscienza fra gli operatori sanitari. Nella relazione annuale sull’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza pubblicata a luglio, il Ministero della Salute rivela che in Italia, stando ai dati del 2019, il 67% dei ginecologi e il 43,5% degli anestesisti rifiutano di eseguire gli aborti volontari; le cifre sono in lieve diminuzione rispetto all’anno precedente.
I dati governativi pubblicati a maggio mostrano che nel 2020 le chiamate al numero verde dedicato alle vittime di violenza domestica e stalking sono aumentate del 79% rispetto al 2019, soprattutto durante i mesi del lockdown; nella prima metà di quest’anno sono invece calate dell’8% le denunce per violenza di genere rispetto allo stesso periodo del 2020. Il Ministero dell’Interno ha riferito che nei primi dieci mesi dell’anno sono state 86 le donne uccise in ambito familiare o affettivo, 59 delle quali da un partner o ex-partner.
Al momento della redazione di questo documento, l’esecutivo doveva ancora ratificare formalmente la Convenzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro n. 190 sull'eliminazione della violenza e delle molestie sul luogo di lavoro, che il parlamento ha già approvato a gennaio.
Stato di diritto
Nella relazione di luglio sullo stato di diritto nell’UE, la Commissione europea ha rilevato la necessità di rafforzare l’indipendenza della magistratura e ridurre la lunghezza dei procedimenti giudiziari italiani. Inoltre, nel documento si citano come motivi di preoccupazione la mancanza di una legge efficace per regolare i conflitti d’interessi nel settore dei media, che dà luogo a possibili ingerenze politiche sulla libertà di stampa, e le aggressioni e intimidazioni subite dai giornalisti in Italia: nei primi sette mesi del 2021, il Ministero dell’Interno ha infatti registrato un aumento del 19% in questo genere di episodi rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Ad aprile, la notizia che i procuratori siciliani avevano intercettato in segreto centinaia di conversazioni avvenute fra almeno 15 giornalisti che si occupavano di immigrazione e gli operatori delle Ong ha suscitato serie preoccupazioni sulla violazione del principio di riservatezza.