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L’Italia chieda al governo del Sudan di arrestare sospetti per crimini di guerra

Il presidente del Consiglio e il Papa facciano pressioni sul presidente sudanese in visita

(Bruxelles) - Il primo ministro italiano Romano Prodi e Papa Benedetto XVI dovrebbero fare appello al governo del Sudan perchè compia il proprio dovere arrestando i sospetti della Corte penale internazionale in occasione dell’odierna visita del presidente Omar al-Bashir, ha dichiarato oggi Human Rights Watch.  
 
Durante la visita del Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon la scorsa settimana, il governo Sudanese ha nominato Hahmed Aroun, indagato dalla Corte Penale Internazionale (CPI), a presiedere un comitato designato a raccogliere denunce di violazioni di diritti umani da parte di vittime di abusi del Darfur, la regione del Sudan devastata dalla guerra. Haroun, che è attualmente ministro per gli affari umanitari, è ricercato dalla CPI per 42 capi d'imputazione per crimini contro l'umanità e crimini di guerra. I giudici della CPI hanno riscontrato "ragionevoli basi per credere" che Haroun sia stato responsabile di atti di persecuzione, stupro, attentati e omicidio di civili in quattro villagi dell'ovest del Darfur tra il 2003 e il 2004. Ci sono prove che indicano che Haroun ha reclutato, pagato e fornito armi alle milizie "Janjaweed", le quali, con l'appoggio del governo, hanno compiuto gli attacchi. Human Rights Watch ha indicato Haroun come uno dei leader governativi implicati in gravi crimini internazionali in Darfur tra il 2003 e il 2004 nel rapporto del dicembre 2005 intitolato "Entrenching Impunity".  
 
"Nominare un sospetto di crimini di guerra per dare udienza a vittime di violazioni di diritti umani in Darfur è oltraggioso e dimostra la completa negligenza del governo nei confronti della loro difficile condizione" ha detto Lotte Leicht, direttore Advocacy a Human Rights Watch. "Il governo italiano non può rimanere in silenzio mentre il presidente Bashir è a Roma, città natale della Corte Penale Internazionale."  
 
In delle lettere indirizzate al primo ministro italiano Romano Prodi e a Papa Benedetto XVI, Human Rights Watch ha raccomandato di fare pressione sul presidente Bashir affinchè il Sudan adempia all'obbligo di consegnare i sospetti alla CPI e collabori con la Corte nelle sue indagini. Il primo ministro Prodi dovrebbe far presente che la mancata esecuzione del mandato di cattura può portare a sanzioni punitive mirate da parte della comunità internazionale nei confronti di alti funzionari, senza escludere divieti di viaggio e congelamento di beni.  
 
Il 31 Marzo del 2005, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU riferì della situazione in Darfur al procuratore della CPI. I mandati di arresto per Ahmed Haroun e Ali Kosheib, leader della Janjaweed, furono emessi il 27 Aprile 2007. La risoluzione 1593 del Consiglio di Sicurezza obbliga il Sudan a collaborare pienamente con la CPI.  
 
"La nomina di Haroun mette alla prova l'impegno della comunità internazionale nel portare giustizia alle vittime del Darfur" ha detto Leicht. "La giustizia non è qualcosa di superfluo e ci aspettiamo prese di posizione nette sulla questione da parte del Papa e del primo ministro."

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