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Italia

Eventi del 2020

Due uomini guardano dal ponte mentre la nave umanitaria Sea-Watch 4 si avvicina a un traghetto al largo di Palermo, dove i migranti soccorsi vengono messi in quarantena, 2 settembre 2020.

© 2020 Thomas Lohnes / AFP via Getty Images 

L’Italia è stata il primo paese, dopo la Cina, a registrare una forte ondata di casi di Covid-19, che ha portato il governo a dichiarare lo stato di emergenza e imporre un rigoroso lockdown nazionale all’inizio di marzo 2020. La coalizione in carica da settembre 2019 ha invertito la rotta su alcuni dei provvedimenti più controversi in materia di immigrazione e asilo approvati dal precedente esecutivo, ma ha continuato a ostacolare le organizzazioni non governative che svolgono attività di soccorso in mare. I crimini d’odio restano un problema serio. Durante il lockdown, alle donne è stato spesso negato l’esercizio dei diritti riproduttivi e sono aumentati i casi di violenza domestica. Nella Relazione sullo Stato di diritto 2020 pubblicata a ottobre, la Commissione europea ha espresso le sue preoccupazioni sull’efficienza della giustizia, l’indipendenza politica dei media e le campagne denigratorie contro alcuni gruppi della società civile, soprattutto quelli attivi nel settore della migrazione.

Covid-19

Dall’inizio dell’emergenza al 26 ottobre, le autorità hanno registrato più di 542.789 contagi e circa 37.479 morti a causa del virus. Si calcola che fra marzo e aprile siano stati fra 8.000 e 12.000 gli anziani deceduti nelle Rsa.

Almeno 31.100 operatori sanitari sono stati contagiati, circa l’11% dei casi totali, e almeno 240 hanno perso la vita; in molti hanno lamentato la scarsità di dispositivi di protezione individuale durante la crisi di marzo-aprile. Alla fine di agosto Immuni, la app volontaria di tracciamento dei contatti era stata scaricata solo dal 14% dei potenziali utenti tra riserve in materia di privacy. Il numero dei contagi ha ripreso a salire in modo lineare all’inizio di agosto, e a ottobre il governo ha risposto al riacutizzarsi della pandemia imponendo nuove restrizioni su scala nazionale per alcuni settori e attività.

A partire da metà marzo, con un cospicuo pacchetto di aiuti, l’esecutivo ha approvato una serie di misure per proteggere alcune categorie di lavoratori dal licenziamento, erogare sussidi ai liberi professionisti e alle famiglie in difficoltà, sostenere le famiglie con bambini piccoli tramite il diritto al congedo parentale e bonus per i servizi di baby-sitting, e aumentare la distribuzione di derrate alimentari agli indigenti. Nello stesso mese, la Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sul diritto all’alimentazione ha raccomandato all’Italia di adottare una legge quadro per garantire questo diritto, porre fine alla fame e all’insicurezza alimentare.

Il 4 marzo il governo ha disposto la chiusura di scuole e università in tutto il paese, prescrivendo la didattica a distanza per il resto dell’anno scolastico, un provvedimento che ha coinvolto oltre 8,5 milioni di studenti. Secondo le stime, circa il 12% dei ragazzi fra i 6 e i 17 anni non possiede un computer a casa; ad oggi, non ci sono valutazioni pubbliche sull’uso dei 150 milioni di euro che il Ministero dell’Istruzione ha stanziato per l’acquisto di computer e altri dispositivi destinati a favorire l’apprendimento online o ridurre i disagi della didattica a distanza per gli studenti con disabilità. Le scuole hanno riaperto a settembre all’insegna dei timori per la salute e la sicurezza, della carenza di docenti di sostegno e di un insieme eterogeneo di soluzioni per risolvere la mancanza di spazio e garantire il distanziamento sociale. Alla fine di ottobre, il governo ha ordinato la didattica a distanza al 75% per le scuole secondarie.

Fra il 7 e il 10 marzo, in circa 40 carceri su tutto il territorio nazionale sono scoppiate delle rivolte contro le regole applicate in risposta al Covid-19, che hanno limitato le attività, i permessi di lavoro e i contatti con i parenti; i detenuti hanno, inoltre, chiesto una soluzione all’annoso problema del sovraffollamento, che aumenta il rischio di contagio. Durante le proteste, 13 di loro hanno perso la vita, 69 detenuti e più di 100 agenti di custodia sono rimasti feriti. A metà marzo, il governo ha approvato misure per concedere gli arresti domiciliari ai detenuti con meno di 18 mesi da scontare e per ampliare l’applicazione del regime di semilibertà. Alla fine di luglio, il tasso di affollamento ufficiale dei penitenziari era del 106%, rispetto al precedente 119%, e un mese dopo i casi confermati di Covid-19 erano 290.

Decine di migranti detenuti in attesa di espulsione sono stati rilasciati, vista l’impossibilità di rimpatriarli per la chiusura delle frontiere dovuta alla pandemia: si è passati da 425 detenuti a metà marzo a 178 alla fine di maggio. I rimpatri sono ricominciati i primi di agosto, e il numero dei detenuti al momento della stesura di questo documento aveva raggiunto le 300 unità.

Uno studio condotto dall’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e il contrasto delle malattie della Povertà, rivela che a metà giugno c’erano 239 casi confermati di Covid-19 nei centri di accoglienza per i richiedenti asilo, la maggior parte dei quali nelle strutture note come CAS, Centri di Accoglienza Straordinaria, nati inizialmente come soluzione di emergenza per sopperire alla mancanza di spazio nel sistema di accoglienza permanente. Inoltre, a luglio sono stati registrati 133 positivi in un centro di accoglienza allestito in una ex caserma in Veneto.

Il governo ha adottato alcuni validi provvedimenti per proteggere i migranti e i richiedenti asilo durante la pandemia, come l’estensione del soggiorno nei centri di accoglienza fino alla fine dell’emergenza sanitaria anche per chi non aveva più i requisiti per rimanere, compresi i neomaggiorenni, e la proroga della validità dei documenti scaduti, alla luce dell’impossibilità di rinnovarli durante il lockdown.

Migranti e richiedenti asilo

A marzo si è tenuta la Revisione periodica universale dell’Italia presso il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, il paese ha rifiutato una serie di raccomandazioni sui diritti dei migranti e dei richiedenti asilo, compreso il rispetto del divieto di respingimento e di espulsione collettiva.

A febbraio è stato rinnovato per altri tre anni il Memorandum d’Intesa con la Libia sulla cooperazione in materia di immigrazione, malgrado le prove incontrovertibili sulle atrocità commesse ai danni dei migranti e la completa assenza di un sistema di asilo in Libia. Al momento della stesura di questo documento, la Libia non aveva ancora accettato le modifiche cosmetiche proposte, mentre l’Italia a luglio ha disposto la donazione alla Libia di sei motovedette per le intercettazioni in mare.

Nel mese di ottobre, il governo italiano ha invertito alcune delle peggiori politiche  adottate nella precedente legislatura: sono stati ripristinati i permessi di soggiorno per motivi umanitari e l’accesso alle strutture di accoglienza specializzate per i richiedenti asilo, rimuovendo alcuni ostacoli che limitavano il loro accesso ai diritti. Il nuovo decreto riduce ma non elimina le multe per le navi che svolgono attività di ricerca e soccorso in mare.

Dopo aver dichiarato ad aprile che i porti italiani “non sono sicuri” a causa della pandemia, le autorità hanno consentito alle organizzazioni non governative, sebbene spesso con un ritardo ingiustificato, di far sbarcare le persone soccorse. Al contempo, sono iniziati i sequestri con l’imposizione di fermi di natura tecnica o amministrativa: a settembre il governo ha bloccato l’aereo che la Ong Sea Watch usava per avvistare le imbarcazioni in avaria nel Mediterraneo e sequestrato la nave di soccorso che il gruppo gestisce insieme a Medici senza Frontiere. A metà dello stesso mese, l’Italia ha permesso a Mediterranea Saving Humans di far sbarcare 25 persone che avevano trascorso 38 giorni su una petroliera, rifiutati sia da Malta che dall’Italia.

All’inizio di ottobre, il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei difensori dei diritti umani ha invitato il paese a porre fine alla criminalizzazione dei soccorritori umanitari, evidenziando i casi aperti contro Carola Rackete, la comandante della nave Sea Watch, e i dieci membri dell’equipaggio della Iuventa.

Una gestione inefficace e l’aumento degli arrivi spontanei hanno provocato un grave problema di sovraffollamento nel centro di accoglienza di Lampedusa. Il governo ha imposto a partire dal mese di aprile una quarantena di 14 giorni a migranti e richiedenti asilo, confinandoli su navi passeggeri. Quando è stata redatta questa relazione, tre di queste navi erano ancorate al largo di Lampedusa e della Sicilia, suscitando preoccupazione per la normalizzazione di questa gestione offshore. A ottobre le autorità hanno adibito almeno una di queste imbarcazioni all’isolamento dei richiedenti asilo già sistemati nei centri di accoglienza, ma positivi al Covid-19.

Secondo le statistiche governative, a metà ottobre sulle coste italiane erano stati registrati 25.900 arrivi, di cui 3.190 minori non accompagnati. L’Organizzazione internazionale per le Migrazioni sostiene che nello stesso periodo ci siano stati 473 fra morti e dispersi nel Mediterraneo centrale. A causa di un aumento nei flussi migratori, è stato intensificato il pattugliamento sul confine con la Slovenia, mentre alcune organizzazioni per i diritti umani hanno espresso preoccupazione per i  respingimenti nel paese balcanico senza le dovute garanzie procedurali, con il rischio di deportazioni a catena in Croazia e poi in Bosnia.

I minori non accompagnati che hanno raggiunto la Francia dopo un anno o più di permanenza in Italia, hanno più volte riferito a Human Rights Watch che il mancato accesso all’istruzione e le precarie condizioni di accoglienza sono stati fattori determinanti nella loro scelta di lasciare il paese.

In risposta al Covid-19 è stato avviato un programma che prevedeva il rilascio di permessi di soggiorno ai migranti senza documenti impiegati nei settori di agricoltura, lavoro domestico e cura della persona, ma presupponeva la partecipazione volontaria dei datori di lavoro. In base alle statistiche ufficiali, l’85% delle 207.542 domande pervenute entro la scadenza provenivano dal lavoro domestico e solo il 15% dal settore agricolo. Circa 13.000 persone hanno fatto richiesta utilizzando un canale più restrittivo dello stesso programma, destinato agli stranieri con permesso di soggiorno scaduto dal 31 ottobre 2019 che potessero dimostrare di aver lavorato in uno dei tre settori previsti. Tuttavia, è stata un’opportunità mancata per ampliare la platea e garantire il riconoscimento dei diritti alle circa 600.000 persone che vivono sul territorio nazionale senza alcuno status legale.

Ad agosto sono arrivati in Italia cinque cittadini eritrei che erano stati soccorsi dalla marina militare italiana a luglio del 2009 e poi respinti illegalmente in Libia: in una storica sentenza risalente a novembre 2019, un tribunale aveva ordinato al governo di consentire a loro e altre nove persone di entrare nel paese e chiedere asilo.

Infine, in ottobre ha avuto inizio il processo a carico dell’ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini per il reato di sequestro di persona aggravato, con la motivazione di aver abusato dei suoi poteri impedendo per quattro giorni lo sbarco dei 131 migranti soccorsi dalla nave militare Gregoretti.

Razzismo e intolleranza

Il brutale pestaggio culminato nell’omicidio del ventunenne Willy Monteiro Duarte, italiano di origini capoverdiane, a Colleferro, poco fuori Roma, ha acceso un dibattito nazionale sul razzismo, il degrado sociale e la violenza. Al momento della stesura di questo documento, quattro uomini erano in custodia cautelare con l’accusa di omicidio volontario, mentre gli inquirenti avevano escluso l’aggravante dell'odio razziale.

Alcuni funzionari pubblici nelle regioni meridionali hanno scelto di alimentare piuttosto che calmare timori infondati collegando la presenza dei migranti alla diffusione del Covid-19, e i candidati contrari all’immigrazione hanno sfruttato questa retorica xenofoba durante la campagna per le elezioni regionali.

Diritti delle donne

Il Ministero della Sanità ha annunciato ad agosto le nuove linee guida per autorizzare l’aborto farmacologico fino alla nona settimana di gravidanza. Le regole precedenti ne consentivano l’applicazione solo fino alla settima settimana, con un regime di ricovero di tre giorni. Durante il lockdown dovuto alla pandemia, il governo non ha stabilito direttive chiare in tema di salute riproduttiva, causando l’interruzione dei servizi per l’aborto ed esacerbando le già annose difficoltà delle donne che scelgono di esercitare il proprio diritto a interrompere la gravidanza entro il periodo legale di 90 giorni.

Sempre durante il periodo di lockdown, sono più che raddoppiate rispetto a il periodo marzo- giugno 2019le chiamate e i messaggi al numero verde nazionale dedicato alle vittime di violenza domestica. Il governo ha esonerato le donne e i bambini vittime di abusi dalle restrizioni agli spostamenti imposte a causa del virus, ordinando alle autorità locali di requisire edifici vacanti per ospitarli, nel caso i cui le case rifugio fossero state piene.

Orientamento sessuale e identità di genere

A settembre, una ragazza di 20 anni ha perso la vita perché suo fratello ha travolto il motorino su cui viaggiava con il suo ragazzo trans. Al momento della stesura di questo documento, era in discussione in parlamento una proposta di legge per trasformare in reato l’incitazione alla violenza o la discriminazione “fondata sul  sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere” che diventerebbe un’aggravante in sede processuale. La legge prevede anche finanziamenti ai progetti per la prevenzione e il contrasto della violenza per motivi legati all'orientamento sessuale e all'identità di genere e per il sostegno delle vittime.