Libia: l’incubo della detenzione per migranti e richiedenti asilo

Le politiche dell’Unione Europea concorrono a un circolo vizioso di insostenibili abusi contro i migranti in Libia, afferma Human Rights Watch in una relazione pubblicata oggi. Il supporto dell’UE e dell’Italia alla Guardia Costiera libica dà un contributo fondamentale all’intercettazione dei migranti e dei richiedenti asilo, e alla loro successiva detenzione in un sistema arbitrario e costellato di violenze.

Le 71 pagine della relazione: “L’inferno senza scampo: Le politiche dell’Unione Europea contribuiscono agli abusi sui migranti in Libia” documentano la situazione di grave sovraffollamento, igiene precaria, malnutrizione e mancanza di assistenza sanitaria. Human Rights Watch ha messo in luce gli abusi (compresi pestaggi e frustate) commessi dalle guardie in quattro centri di detenzione ufficiali nella Libia occidentale; ha trovato un gran numero di minori, persino neonati, reclusi in condizioni gravemente inadeguate in tre delle quattro strutture visitate. Nel 2018, quasi il 20 per cento dei migranti che hanno raggiunto l’Europa via mare partendo dalla Libia erano bambini.

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A detainee stands outside a toilet stall in the Ain Zara detention center, Tripoli, July 5, 2018.