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Italia: acquirenti di pelle, attenzione

La fiera di Bologna ospita concerie del Bangladesh che infrangono le leggi sul trattamento dei rifiuti

(Barcellona) – Gli acquirenti di prodotti in pelle a una fiera internazionale di pellame in Italia dovrebbero acquistare esclusivamente prodotti provenienti da concerie che operano in conformità alle norme che proteggono i diritti di salute e del lavoro, ha detto oggi Human Rights Watch in apertura della fiera di Bologna. Tale conformità dovrebbe comprendere il rispetto di standard ambientali sia nazionali che internazionali. Le concerie nel quartiere Hazaribagh della capitale del Bangladesh, Dhaka, non corrispondono a tali criteri, ha affermato Human Rights Watch.

Oltre mille espositori provenienti da più di 40 Paesi mostreranno nuovi prodotti di pelle alla fiera Lineapelle, dal 3 al 5 aprile 2013, a Bologna. Tra gli espositori vi sono Bay Tanneries e Bengal Leather Complex Ltd., entrambi con concerie ad Hazaribagh. Nonostante i requisiti sul trattamento delle acque di scarico sia in virtù del diritto del lavoro che del diritto ambientale bengalese, non vi è una centrale comune per il trattamento degli scarichi ad Hazaribagh, e nessuna delle concerie ha impianti propri di smaltimento.

“Per decenni, le concerie di pelli nel cuore di Dhaka hanno liberato materiali di scarico in un quartiere densamente popolato” ha detto Richard Pearshouse, ricercatore esperto su salute e diritti umani ad Human Rights Watch. "Gli acquirenti stranieri alla fiera di Lineapelle non dovrebbero acquistare prodotti di aziende che non si attengono alle leggi sul lavoro e sull’ambiente volte alla protezione della gente.”

Nell’ottobre del 2012, Human Rights Watch ha pubblicato il rapporto di 101 pagine, “Toxic Tanneries: The Health Repercussions of Hazaribagh Leather”, che documentava i problemi di salute tra i residenti dei bassifondi di Hazaribagh. Gli abitanti si lamentavano di malesseri quali febbre, malattie della pelle, problemi respiratori e diarrea causati dall’estremo inquinamento delle concerie di aria, acqua e suolo. Il rapporto, basato su nove settimane di ricerca sul campo, ha inoltre documentato una crisi di salute e sicurezza sul lavoro per chi è impiegato nelle concerie, sia uomini che donne, e che comprende malattie della pelle e disturbi respiratori causati dall’esposizione ad agenti chimici per la concia, e amputazioni di arti causati da incidenti con pericolosi macchinari per la lavorazione delle pelli.

Il rapporto descriveva come le acque di smaltimento che si riversano dalle concerie nei canali di scarico aperti di Hazaribagh scorrono fino al fiume principale di Dhaka e contengono, tra altre sostanze, carne di animali, acido solforico, cromo e piombo. Il governo ha stimato che ogni giorno, ad Hazaribagh, vengono liberati circa 21mila metri cubi di scarichi non trattati delle concerie. I livelli di agenti inquinanti nelle acque di scarico sorpassano, frequentemente, i limiti di scarico per concerie permessi in Bangladesh, in alcuni casi di alcune migliaia di volte rispetto ai livelli di concentrazione previsti.

Le concerie attive ad Hazaribagh sono state al centro di rapporti, studi, indagini e persino inchieste del governo che risalgono agli anni ’90 e che hanno documentato un’ampia gamma di abusi di diritti umani e condizioni problematiche che ruotano intorno a tali imprese. Tra queste, vi sono l’inquinamento industriale non regolato di aria, acqua e suolo; malattie tra i residenti; condizioni di lavoro pericolose; e lavoro infantile – spesso in condizioni rischiose e per retribuzioni misere.

Gli attuali impiegati sia di Bay Tanneries che di Bengal Leather Complex Ltd. hanno confermato ad Human Rights Watch che le loro concerie non hanno impianti per lo smaltimento delle acque di scarico. Il dipartimento dell’ambiente, dopo molti anni in cui non ha fatto rispettare alcun regolamento ambientale ad Hazaribagh, ha multato a febbraio Bay Tanneries e un’altra conceria di Hazaribagh – non Bengal Leather Complex Ltd. – per non avere adeguati impianti per il trattamento degli scarichi.

Human Rights Watch ha scritto sia a Bay Tanneries che a Bengal Leather Complex Ltd a febbraio per richiedere ulteriori informazioni su provvedimenti per la salute sul lavoro e protezione ambientale. Nella sua risposta, Bay Tanneries ha affermato che la conceria non ha un impianto di smaltimento dato che l’azienda è in attesa che il governo costruisca un impianto di smaltimento comune nell’area designata per il trasloco delle concerie di Hazaribagh, a Savar, 20 chilometri più a ovest. Bengal Leather Complex Ltd non ha risposto.

Nel 2003 le due principali associazioni di concerie del Paese si erano accordate con il governo affinché circa 150 concerie di Hazaribagh si trasferissero in una località fuori città, e il governo del Bangladesh consentì a rimborsare tali concerie per alcuni dei costi. Il governo pianificò di preparare un sito per il trasferimento a Savar entro il 2005, ma il compimento fu rimandato più volte. Nel giugno del 2012 dei funzionari delle due associazioni di proprietari di concerie hanno detto a Human Rights Watch di essere in trattativa con il governo per indennizzi di trasferimento di molto eccedenti le cifre sui cui si erano accordati in precedenza.

“I regolamenti sulle acque di scarico industriali sono congegnati per proteggere e sostenere la salute pubblica,” ha detto Pearshouse. “Ciò che viene ignorato, in queste trattative sul trasferimento che si dilungano, è come la salute dei residenti di Hazaribagh soffra tremendamente della situazione attuale.”

Human Rights Watch ha ripetutamente contattato gli organizzatori della fiera di Lineapelle tra gennaio e marzo per informarsi se avessero condotto alcun esame per assicurarsi che eventuali espositori attivi in Bangladesh lavorino in conformità con gli standard internazionali e le leggi ambientali e di lavoro del Bangladesh. Human Rights Watch ha incoraggiato gli organizzatori a promuovere una riforma delle concerie di Hazaribagh ed evitare di essere ricondotti agli abusi. Lineapelle non ha risposto.

“Hazaribagh è una delle aree urbane più inquinate del mondo”, ha detto Pearshouse. “Il governo del Bangladesh dovrebbe realizzare che regolare la lavorazione delle pelli ad Hazaribagh e affrontare la crisi sanitaria in corso tra residenti di Hazaribagh e i lavoratori delle pelli, sia essenziale per la protezione dei benefici economici del settore.”

È generalmente un principio accettato che le aziende abbiano una responsabilità nell’identificare qualunque rischio per i diritti umani derivati dalle loro attività, arrivando a includere il loro intero ciclo di approvvigionamenti, e di attenuare quei rischi. Tale principio è stato riconosciuto dalla comunità internazionale nel giugno del 2011 quando il Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani ha approvato le Linee guida su imprese e diritti umani. Human Rights Watch crede che gli acquirenti di prodotti di pelle abbiano una responsabilità a far sì che le concerie del Bangladesh da cui comprano agiscano in conformità a norme ambientali nazionali e internazionali dato che acquistare da concerie inadempienti inasprirebbe, inevitabilmente, i danni determinati dalle attività delle concerie.

“L’industria internazionale della pelle ha la responsabilità di identificare e attenuare i rischi per i diritti umani”, ha detto Pearshouse. “Evitare concerie che inquinano in Bangladesh è un importante primo passo.”

Profilo di Hazaribagh

Hazaribagh ospita tra il 90 e il 95 percento delle concerie del Bangladesh. Le esportazioni di pelli dal Bangladesh per  il 2012-2013 sono sulla buona strada per crescere dell’undici percento, mentre le esportazioni di prodotti di pelle quali scarpe, cinture, e borse dovrebbero crescere dell’85 percento. Per l’anno precedente, dal giugno 2011 al luglio 2012, il Bangladesh ha esportato 81 milioni di dollari in pelle e prodotti in pelle, tra cui calzature, in Italia, 52 milioni in  Germania, e 22 milioni in Spagna. Nel corso dello scorso decennio, le esportazioni di pelle dal Bangladesh sono cresciute, in media, di 41 milioni ogni anno.

Dal 2001 il governo ha ignorato una decisione della Divisione dell’Alta Corte della Corte Suprema del Bangladesh che ordinava al governo di assicurare che le concerie di Hazaribagh installassero adeguati sistemi di trattamento delle acque di scarico. L’Alta Corte ha disposto nel 2009 che il governo assicurasse che le concerie di Hazaribagh si trasferissero fuori Dhaka o venissero chiuse. Il governo e le associazioni di concerie hanno goduto di diverse dilazioni allo scadere delle quali hanno ignorato la sentenza.

I governi del Bangladesh hanno valutato il trasferimento delle concerie di Hazaribagh per almeno due decenni. La scadenza più recente data dal governo è che le concerie si trasferiscano entro la fine del 2013. Ma considerando la lunga storia di rinvii burocratici, alcune persone a conoscenza del settore credono che prima del 2015 il trasferimento sia improbabile, mentre altri suggeriscono che potrebbe avvenire solo nel 2017. A marzo, ancora nessuna conceria ha cominciato a costruire nuove strutture a Savar.

 

 

 

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